domenica 24 agosto 2014

Venezia71

Tra due giorni sarò a Venezia 71
Di seguito un piccolo spot che ha la pretesa solo di costituire una prova con la speranza di diventare almeno bravina
http://magis.to/ITYyR0YDQFk_JS8PYnZLAHA

sabato 10 maggio 2014

Conchita Wurst ha vinto l'eurovision contest 2014

TOM nasce nel 1988 e ha rappresentato l'Austria all'eurofestival. Prima di travestirsi, si è esibito come uomo nel 2006 e nel 2007 con il suo nome reale per dei casting televisivi.[1] Nel 2011 è diventato una drag queen e ha adottato lo pseudonimo Conchita Wurst.[2] Ha partecipato ad alcune produzioni della ORF. Ha studiato moda a Graz. Nel 2012 giunge seconda alle preselezioni austriache per l'Eurovision Song Contest 2012. Nel settembre 2013 viene invece annunciata la sua partecipazione come rappresentante dell'Austria all'Eurovision Song Contest 2014 in Danimarca.[3] La selezione di Conchita Wurst ha scatenato numerose polemiche in Austria.[4] Inoltre sia in Russia che in Bielorussia sono state condotte delle petizioni che invitavano le televisioni nazionali a rimuovere dalla messa in onda le prestazioni dell'artista austriaca.[5][6]Il brano presentato, Rise Like a Phoenix, ha vinto il festival canoro europeo.
Ha vinto con un vero plebiscito di voti. Compresi quelli dell'Italia annunciati da Linus.
Una cosa e' certa L'europa non e' un continente bigotto. Evviva. 

domenica 20 aprile 2014

insulti via Facebook costituiscono diffamazione anche se anonimi

Niente di nuovo nella sostanza. Basta che un soggetto sia identificabile in base alle informazioni in possesso affinché nn possa ritenersi anonimo. Con ragionamento simile la Cassazione ha deciso in merito ad un in caso di diffamazione on line.
Di questo e altro parlerò nel mio prossimo seminario del 28 maggio a Milano.

lunedì 7 aprile 2014

Offese a mezzo Facebook. E' diffamazione m non a mezzo stampa

 Leggi su Assodigitale 

Per ragioni di privacy la chiamiamo Laura, ha 26 anni ed è stata condannata per diffamazione ai sensi dell’art. 595, 3 comma codice penale, che recita:
Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516″.

Il punto è che l’offesa è avvenuta a mezzo Facebook che è stata ritenuta correttamente dal Giudice di Livorno “altro mezzo di pubblicità” come recita l’articolo 595 c.p. e NON A MEZZO STAMPA, come si legge erroneamente in altre testate.
Ma analizziamo i fatti. La colpa di Laura consiste nell’aver scritto frasi offensive mediante Facebook al suo datore di lavoro, un albanese.
Tale condanna seppure non parifichi Facebook alla stampa, può essere considerata un pericoloso precedente in materia di social network.
In seguito al licenziamento Laura si era lamentata del suo datore di lavoro mediante Facebook, con tre episodi offensivi, scritti nella sua bacheca.
causa di questi post offensivi il datore di lavoro ha sporto querela dando origine ad una inchiesta che ha portato Laura ad essere iscritta nel registro degli indagati, per il reato 595 terzo comma del codicepenale cioè la diffamazione con altri mezzi pubblicitari.
Secondo l’avvocato del querelante «Deve essere evidenziato l’orientamento che si va formando in giurisprudenza, il Tribunale di Monza in una delle prime pronunce in tema di risarcimento per danni illeciti compiuti sui social network ha stabilito un risarcimento pari ad euro 15mila in favore di un soggetto risultato vittima di un messaggio diffamatorio tramite Facebook».
L’imputata ha poi scelto il rito abbreviato che, in ogni caso, le ha permesso di avere uno sconto di un terzo sulla pena finale.
Nei giorni scorsi è arrivata la sentenza nella quale il giudice Antonio Pirato ha condannato la donna a una multa di mille euro, al pagamento delle spese processuali e a versare alla vittima tremila euro come risarcimento danni. Ora si attendono le le motivazioni della sentenza, che dovrebbero essere depositate tra sessanta giorni.
Secondo il il G.I.P.(nella decisione del 2012) la fattispecie integra tutti gli elementi del delitto di diffamazione per gli elementi sotto evidenziati:
1) la precisa individuabilità del destinatario delle manifestazioni ingiuriose (nel caso di specie l’ex dipendente ha espressamente fatto riferimento alla azienda nella quale ha lavorato come dipendente);
2) la comunicazione con più persone alla luce del carattere “pubblico” dello spazio virtuale in cui si diffonde la manifestazione del pensiero del partecipante che entra in relazione con un numero potenzialmente indeterminato di partecipanti e quindi la conoscenza da parte di più persone e la possibile sua incontrollata diffusione;
3) la coscienza e volontà di usare espressioni oggettivamente idonee a recare offesa al decoro, onore e reputazione del soggetto passivo.
Queste corrette considerazioni – giova precisare . non parlano di stampa ma semplicemente di capacità maggiormente offensiva della diffamazione perchè i messaggi sono potenzialmente accessibili da chiunque.
Si consideri poi che secondo la Cass. Civ., Sez. III, 10/05/2011, n. 10214 “perché possa parlarsi di stampa in senso giuridico, ai sensi della legge n. 47/48, occorrono due condizioni:
a) che vi sia una riproduzione tipografica;
b) che il prodotto di tale attività (quella tipografica) sia destinato alla pubblicazione attraverso un’effettiva distribuzione tra il pubblico.
Le pubblicazioni on line difettano di entrambi i requisiti, in quanto non consistono in molteplici riproduzioni su supporti fisici e la loro visualizzazione avviene attraverso i terminali della rete. Ne deriva l’inapplicabilità della responsabilità ex art. 57 c.p. al direttore delle riviste on line sia perché queste ultime non rientrano nel concetto di stampa periodica sia perché essendo oggettivamente impossibile rispettare il precetto normativo del controllo sulla pubblicazione, si finirebbe per ascrivere una responsabilità penale a titolo oggettivo, vietata dalla Costituzione.
Detto questo credo che prima di sostenere che Facebook e gli altri social siano equiparabili alla Stampa occorrerebbe approfondire meglio.

domenica 30 marzo 2014

Seminario Nazionale Ancona, 11 aprile 2014

L'11 Aprile 2014 sarò ad Ancona con l'Associazione Europea Dati Personali a parlare di Risarcimento da trattamento di dati illecito e anche del Provvedimento del Garante in tema di presentazione dati personali al PM, Consulenti Tecnici. Nelle foto il programma della mia giornata.


E Privacy 2014

Il 4 e il 5 sarò a Firenze a e privacy 2014 a parlare di #oltrelaprivacy ossessione, perversione ma anche reputazione di una vita connessa.
Il mio interevento e' previsto per il pomeriggio del 5 aprile
Ingresso gratuito
Salvo registrazione. Si segua il link
PALAZZO VECCHIO, Piazza della Signoria Firenze

mercoledì 26 marzo 2014

A breve il nuovo seminario per Privacy Officer

Entro il mese di maggio si svolgerà il mio nuovo seminario per Privacy Officer a Milano.
Sarà in una zona centrale e sarà propedeutico al presame previsto dal TUV.
Per maggiori informazioni si consiglia di controllare il sito www.tuv.it
Al riguardo vi invito anche a leggere anche un mio recente articolo su Assodigitale


martedì 25 marzo 2014

PWA MILANO. DONNE TRA BUSINESS E POLITICA. LE ISTITUZIONI EUROPEE E IL NETWORKING

Ieri 24 Marzo 2014 Assodigitale è intervenuta all’interessante e interessato evento di PWA Milano, dinamico gruppo di donne professioniste internazionali, con backgroung diversi, ma con un obiettivocomune: promuoverne lo sviluppo personale e professionale.
La serata ha inizio alle 19 all’Hotel Cavalieri di Piazza Missori a Milano, con un aperitivo elegante e socializzante. Poco più tardi inizia la brillante relazione di Bruno Marasà, direttore dell’ufficio di Informazione del Parlamento Europeo a Milano.
La relazione illustra i meccanismi dell’Unione europea quale organizzazione internazionale di carattere sovranazionale e intergovernativo che comprende 28 paesi membri indipendenti e democratici del continente europeo, che hanno ceduto parte della loro sovranità agli organismi comunitari.
Marasà ricorda che la sua formazione con il nome attuale risale al trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il 1º novembre 1993).
Il dottor Marasà evidenzia che la UE è una zona di libero mercato, detto mercato comune (unione economica), caratterizzata in parte da una monetaunica, l’euro, regolamentata dalla Banca centrale europea e attualmente adottata da 18 dei 28 stati membri, che essa presenta un’unione doganale completata fra i paesi aderenti agli accordi di Schengen, che garantiscono ai loro cittadini libertà di movimento, lavoro e investimento all’interno degli stati membri.
Tra un aneddoto e l’altro, si precisa che l’Unione presenta, anche una politica agricola comune, una politica commerciale comune e una politica comune della pesca, le cui competenze spaziano dagli affari esteri alla difesa, alle politiche economiche, all’agricoltura, al commercio e alla protezione dell’ambiente.
Vengono quindi illustrati gli organi principali dell’Unione che comprendono il Consiglio, la Commissione (organo propositivo ed esecutivo), la Corte di Giustizia, il Parlamento, e la Banca centrale europea.
Il relatore si addentra quindi nei diversi compiti di tali Istituzioni evidenziando anche gli orientamenti che si sono succeduti in ragione delle nomine dei diversi Presidenti della Commissione Europea (attualmente in capo a Josè Manuel Barroso).
Il direttore Marasà deve rispondere alle numerose domande formulate dalle attente professioniste, che hanno spaziato dai meccanismi di approvazione delle direttive e dei Regolamenti europei, ai tecnicismi degli Organi costituenti, senza dimenticare gli scenari di politica internazionale.
Decisamente un bell’evento, di una organizzazione da tenere costantemente monitorata.
Per informazioni http://www.pwa-milan.org
Monica Pesce, Presidente PWA-Milano
Elena Villa. Women&Politics Initiative

L'articolo su Assodigitale

lunedì 24 marzo 2014

Approvazione del Regolamento Eu Privacy in prima lettura


Nonostante gli scetticismi di cui è stato pervaso il cammino del Nuovo Regolamento Europeo Privacy, in bozza dal 25 Gennaio 2012, oggi il Documento è stato approvato dal Parlamento Europeo in prima lettura.
Per l’approvazione finale occorrerà attendere ancora del tempo, ma non credo si andrà oltre il 2014. Si parla di dopo le elezioni di maggio.
Il Parlamento europeo ha votato la prima lettura del progetto di legge sulla protezione dei dati personali, approvando il Regolamento con 621 voti favorevoli, 10 contrari e 22 astensioni, e la Direttiva con 371 voti a favore, 276 contrari e 30 astenuti. Le norme passeranno così agli eurodeputati che saranno eletti a maggio.
“Il pacchetto di protezione dei dati consiste in un Regolamento generale che copre la maggior parte delle norme sul trattamento dei dati personali nell’Unione europea e in una direttiva relativa al trattamento dei dati personali per prevenire, accertare e perseguire i reati penali o per applicare sanzioni penali”.
Le nuove regole aggiornano la legislazione europea vigente, che risale a quasi 20 anni fa e che naturalmente non teneva conto della grande mole di dati ora riversata in rete spesso volontariamente dagli utenti, nè dei nuovi dispositivi mobili che ne hanno ampliato in modo imprevedibile le necessità di sicurezza-
Jan Philipp Albrecht, relatore del Regolamento ha detto a chiari termini che “i cittadini europei si aspettano di procedere all’adozione di una forte regolamentazione sulla protezione dei dati in tutta l’Ue. Se ci sono alcuni Stati membri che non vogliono concludere dopo due anni di negoziati, la maggioranza dovrebbe andare avanti senza di loro”.
“Le società che infrangono le regole – si legge nel comunicato di Bruxelles – potrebbero incorrere in multe fino a 100 milioni di euro o fino al 5% del fatturato mondiale annuo (si applicherebbe la sanzione più gravosa delle due), dicono i deputati. La Commissione aveva proposto sanzioni fino a 1 milione di euro o fino al 2% del fatturato mondiale annuo”.
“Le nuove norme – prosegue la nota – dovrebbero anche proteggere maggiormente i dati su Internet. Le salvaguardie introdotte includono il diritto di cancellare i propri dati, nuove restrizioni sul ‘profiling’ e l’obbligo per le società di usare un linguaggio chiaro e semplice per le regole sulla privacy. Ogni fornitore di servizi internet che desidera trattare dati personali dovrebbe ottenere prima liberamente un consenso esplicito e ben informato della persona coinvolta”.p
Tra gli ultimi emendamenti oggetto di esame che ho visto, c’è quello riguardante l’obbligo del Privacy Officer che riguarderebbe le aziende che trattano dati personali di almeno 5000 interessati nell’arco di tempo di 12 mesi.
Gli emendamenti che ho avuto occasione di vedere sono davvero molti.
Solo in sede di definitiva approvazione le regole saranno chiare. Ma ciò che è certo fin da ora è che sarà una Rivoluzione.

Firenze 5 aprile 2014 e privacy

Il 5 aprile parlerò a Firenze di #oltrelaprivacy ossessione, perversione ma anche reputazione di una vitaconnessa e-privacy.winstonsmith.org/